giovedì 30 ottobre 2008

Stasera si recita a "soggetto"

Il soggetto (sempre io, María Zambrano per un atto di appropriazione indebita) stasera ha tanto freddo. Ed è per questo che per la prima volta in questo inizio d’autunno, nonostante i 22 gradi centigradi che dovrebbero esserci, il soggetto ha acceso il riscaldamento. Pigiama in pile, plaid sulla schiena e termosifoni accesi. Il freddo è tanto. Il soggetto comincia a pensare che potrebbe esserci uno stato febbricitante dietro. Da dove arriva tutto questo freddo? Dalle scale? Le scale trasudano acqua. Una perdita? Normale umidità di questa casa vecchia? Si prospetta uno scenario difficile: operai, gente per casa, tubi da sostituire e il soggetto proprio non vorrebbe ché è storia già vista e vissuta. Il soggetto ha deciso di studiarsi le scale a fondo per capire bene prima di procedere alla consultazione dei dotti quanto fastidiosissimi tecnici. Viene contemplata anche l’eventualità di lasciare temporaneamente la casa se l’ipotesi più fastidiosa dovesse prendere corpo. Il soggetto è triste e un po’ abbattuto. Pur non riconoscendo come propria la casa, non riesce a immaginarsi altrove per il momento ché il soggetto a grande fatica può “costringersi” in spazi e tempi altrui. Il soggetto è legato alle proprie pusillanimi abitudini e troppo avvezzo a una solitudine priva di compagni di qualsivoglia natura. Di natura schiva e, certi giorni, taciturna, il soggetto ha un telefono che ha quasi una funzione ornamentale se non fosse per qualche sporadica chiamata della genitrice la cui sola voce porta un carico enorme di sensi di colpa per la più o meno deliberata assenza del soggetto nella vita della suddetta genitrice, specie negli ultimi tempi, sensi di colpa che non riescono a modificare in nulla gli schemi consueti. Una sorta di copione …
Lo scenario consueto è rotto solo da un certo pulsare all’altezza del cuore che fa sorridere il suddetto soggetto anche se un po’ spaventa María Zambrano, sé-dicente tale per un atto di appropriazione indebita.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

"He's an invisible one
but he didn't get there alone
somebody helped him disappear"
La reciprocità esiste, che noi ne diveniamo consapevoli o meno. Come dicesti bene, il soggetto, da solo, è nulla, nel senso che scompare a se stesso e agli altri, si sente "escluso", invisibile, ed è preda di dubbi, sensi di colpa, esitazioni, idiosincrasie. Ciò non toglie che nessuno può costruire un ponte verso l'altro da solo. Si può, però, tentare di comprendere che non è responsabilità esclusiva del soggetto modificare la realtà, perché questa è condivisa, consapevolmente o apparentemente compresa. L'illusione della comprensione reciproca ci allontana da questa consapevolezza, così come l'illusione di essere nulla ci allontana dal punto di non ritorno, cui siamo più prossimi di quanto pensiamo e che è il vissuto emotivo della reciprocità. Un poco complesso nell'esposizione, ché mi mancano gli strumenti cognitivi necessari per condensare in un pensiero conchiuso una visione di tale portata "cosmica" (alla faccia della modestia!). Pensieri sparsi, spero intellegibili... i miei omaggi. Dino

enne ha detto...

Quel tipo di freddo non nasce nelle scale. Nasce nel cuore, e dal cuore si propaga al resto del corpo.

María Zambrano ha detto...

@ Dino. Pensieri intelligibili e assolutamente condivisibili. Un bacio.

@ La Bislacca. A volte succede. Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

..."primi scleri" è bellissima! e certi copioni mi sembrano abbastanza familiari! pile e plaid sono il coronamento del pantofolaio doc (o dop? ovvero da proteggere???). Che dire? casa tua hai fatto qualcosa per personalizzarla a dovere? per renderla riconoscibile come spazio tuo a tutti gli effetti? scusa il pragmatismo, ma "l'appropriazione indebita" dei tuoi spazi è un passo importantissimo (parola di esperto di spazi, diciamo così)! inquino un pò il post con considerazioni bislacche che però credo abbiano un senso: i pigri patologici, prima o poi, finiscono per implodere e un qualche esercizio alla volontà devono pur farlo per arrivare ad esplodere ed invadere anche gli spazi di chi ci sta vicino e potrebbe essere grato per tale prorompente invasione...perchè non vorrei che la pigrizia fosse una difesa...bislacche e pragmatiche considerazioni frutto di proiezioni delle mie pippe mentali nel vissuto di una persona che mi pare somigli parecchio a me per molti versi...e farfuglio parole...ciao!!! quel tale lì, dal nome greco...

María Zambrano ha detto...

Caro amico dal nome greco, siamo nel bel mezzo di una crisi. Arriva la genitrice ... devo andare a chiudere tutti gli scheletri nell'armadio. Ce la farò? Gli scheletri sono tanti e l'armadio è piccolo ... bacio.

Anonimo ha detto...

potresti chiuderci la genitrice nell'armadio, insieme agli scheletri ovviamente! potrebbe non voler più tornare!!!! sempre quel tale lì...Ciao...Demé