Ci alzammo al mattino che il mondo era tutto in quel riquadro davanti a noi, un mare calmo e una tramontana fredda sulla pelle. Sapevo che non l’avrei più rivisto quell’angolo di cielo.
Scendesti a fare il fuoco. Per fare asciugare le pareti, dicevi. Per fare asciugare le pareti. Scesi dopo un po’ e mi misi accanto a te. Ha provato a chiamarmi più volte, ti dissi. Su uno sgabello davanti al fuoco, con un pesante maglione alle spalle, dicesti: Chiamalo. Ti dissi: no. Sarebbe uno sbaglio. Dicesti: chiamalo. Magari non lo è. Lo chiamai. Poi dopo presi un treno. Si presentò con una rosa, rossa.
La casa adesso è chiusa, almeno credo. Quell’angolo di cielo e di mare è ancora lì. Ed anche oggi intreccio le mie ore a un’illusione. E sorrido alle mie mille ingenuità.
C’è una tomba dove non ho mai pregato. Forse devo andare a farlo. Forse non posso più sottrarmi.
sabato 1 novembre 2008
Con una rosa
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4 commenti:
Maria, Maria...devi solo se te la senti di farlo. :**
Non l'ho fatto neanche oggi in realtà. Un abbraccio.
...io devo ancora pregare per mia nonna, come da lei espressamente richiesto prima di morire: da anni la mia preghiera è un sentimento, una ricerca di perdono per una promessa che non posso mantenere: non prego...e forse non credo: per anni ho creduto nel suo sentimento religioso. Però mi aveva anche chiesto di non dimenticarla, e in questo ho poco da rimproverarmi: varrà come preghiera?
l'Amleto di prima ero io...Demetrio...giusto per fornirti una qualche chiave di lettura...Ciao!
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